Missioni Consolata - Agosto 1901

,UI C o 11 so t a t a 125 Qrz=~~==·~ ~ ·.c-=~i;;;;;;;~--=...,c;ii;;;;;;;;;;-.ID muro. Sono tornato alle bestie che mi aspet– tavano, e sono venuto qui, a portare le nuove, come c'è sul giornale. - E voi lo leggete il giornale? - Si, lo leggo, e quando l'ho letto tutto, ricomincio da principio. Con permesso, adesso che ho portato le nuove, vado: cè1·ea. E coll'aria di chi ha compiuto uno stretto dovere, si congeda, ruvidamente e bonaria– mente, come s'è presentato, -e noi vediamo . il dolce viso della Consolata sorridere a questo suo rozzo cavaliere ed accompagnarlo sulla via, dove le bestie lo aspettano... del sa.,tuario ~~~ Grazia recanti riferita alla sacrestia dal Santuario QUADRI VOTIVI PORTATI IN G_IUGNO N. 59 Torino.- Nell'aprile del1900, GrA}'IBONE MARIA fu colpita da grave angina, la quale le 1asciò un lungo strascico di dolorose con– seguenze. Lo stato delle tonsille, enorme– mente enfiate, a parere del dottore curante rendeva necessaria la tonsillotomia. L'amma– lata, dopo aver opposta qualche difficoltà, si rassegnò a }asciarsene asportare una, la più malata. L'operazione, in apparenza, andò benissimo e parve aver risolto il grave male. Ma tre mesi dopo, quando la povera signora inco– minciava a godere della riacquistata salute ed a scordare alquanto le pene sofferte, ecco ricominciarle i dolori in gola, leggeri dap· prima e poi più accentuati di giorno in giorno. Impaurita, ella si affrettò a richiamare il dottore, il quale venne, ed esaminò, senza venire a capo di scoprire la vera causa di ~ quella nuova ripx:esa del male. Ordinò alcuni rimedi, ma e~si non e?bero alcun buon effetto: , i dolori continuavano insistenti, tormentosi. Il consulto di un altro medico non Uiede miglior risultato. La signora Giaml:Ìone allora pensò di re– -carsi in campagna, sperando in quei grandi rimedi che sono l'aria pura, il moto, il,regime semplice ed igienico di vita. Ma dovette re– stituirai in citta più malata di prima; anzichè diminuire, il male in gola andava facendosi sempre più acuto ·ed intollerabile, non !a– sciandole un'ora di benessere o di quieto riposo nè giorno nè notte. Che fare? La cosa non poteva durare cosi, e per forza conveniva ricorrere nuovamente ai sanitari. Consultò un rinomato specialista, dal quale almeno ebbe una spiegazione del suo male. Egli disse che dopo l'asportazione della tonsilla, formandosi la cicatrice, si erano impigliati i nervi, rimanendo quasi paraliz· ·zati. Propose alcuni mezzi per tentare la guarigione. Se prima, oltre il male fisico, tormentava la povera signora l'incertezza in cui si tro– vava sulla natura e la portata della nuova fase della sua malattia, ora la impensieriva terribilmente la rivelatale gravità di essa e la guarigione, che capì essere molto proble– matica. In tale stato d'animo dolorosissimo . disse fra sè: Ebbene, proviamo a sentire ancor!J, un altro parere. Si recò da un secondo specialista, il quale, d'accordo col primo circa la causa del male, trovò affatto sbagliata la cura da quello prescritta e dissuase l'amma– lata dal tentare i mezzi da lui consigliatile. Aggiunse che, tr.attandosi di paresi, era quasi impossibile la guarigione, confortandola a rassegnarsi a vivere cosi... _ Quale prospettiva quella d'una vita che dovrebbe oràmai trascorrere fra sofferenze e tristezze .continue; tutta dedicata a cure noiose e minute, a riguardi di ogni genere, che finiscono per ridurre la persona malaticcia alle condizioni d'un misero carcerato....... Oppressa dal dolore, stanca, disillusa di tutti i rimedi umani, la.paziente si rivolse là d'onde ancora poteva venirle un conforto, una speranza. Si raccomandò caldamente alla Consolata, e feé·e voto di rimanere subito un

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