Missioni Consolata - Luglio 1901

.Jll 8o11sola .ta I quali .poscia, sono gentilmente invitati a visitare la casa dell'Istituto. L'interno dell'edificio corrisponde all'esterno ; salubre ' e ridente, comodo senza alcuna ricercatezza, offre ai giovani ecclesiastici e laici che vi si preparano al difficile apostolato, il raccogli– mento e la quiete necessari ai gravi studi ed alle sante meditazioni. Tutto, dalle celle arieggiate, bianche e ni– tide, dai mobili semplicissimi, all'ampio e severo refettorio, ai piccoli corridoi ed alle piccole sale di riunione, tutto spira sempli– cità, santa letizia e severa fortezza. È una caserma ingentilita e santificata: qui come là abitano soldati pronti a divenire doman,i, secondo le circostarrze, martiri od eroi. Ma eroi e' martiri in nome di Gesù Cristo, con– quistando palme ed allori che non sono di questo mondo. Un esempio luminosissimo sta loro davanti: · il piemontese Cardinale Massaia, che nella seconda metà del secolo testè spirato lavorò stre.nuamente all'evangelizzazione dei Galla del Nord, lasciando orme profonde e durature di bene t ra quei popoli, ed insegnamenti pre– ziosi per i nuovi operai evangelici chiamati ~ ·a lavorare in quelle regioni. Mandiamo un reverente saluto ai nuovi Missionari ed ai giovani laici che generosa– mente a loro· si sono u,niti nella santa intra– presa. La Vergine Consolatrice sarà la stella chè ne guiderà i passi, la nave mistica che servirà loro di rifugio, la torre di sicurezza che li difenderà dai nemici. E noi,, uniti a loro di cuore e di spirito, preghiamo nelle nostre visite alla taumaturga Immagine del nostro Santuario, affinchè il nuovo Istituto possa, nel campo speciale che si è scelto, essere un simbolico granellino di senapa destinato a crE~scere in albero gigantesco, capace. di acc<?gliere all'ombra sua benefica popoli in– teri redenti alla civiltà ed alla fede di Gesù Cristo. Laaoqsolata iq \l alle d' ~ndoqa (~sti) Quale dolce sorpresa per un affettuoso fi– gliuolo se, trovandosi in viaggio, mentre con mesto desiderio pensa alla sua madre lontana, se la trovasse inaspettàtamente dinnanzi? Eb– bene ciò che non suole accadere ai figliuoli delle madri terrene, accade bene spesso ai devoti figliuoli della Mamma celeste, della Consolata. Sovente nei loro viaggi, dove meno .se lo aspettano, incontrano un pilone' una chiesuola, un altare della Vergine Consola– trice, circondata di lumi, di fiori, di cuori, di ex-voto, di tutti quei segni insomma, che indicano essere il luogo benedetto dalle grazie della benigna Signora, che vi impera soave– mente dispensando i celesti carismi. Questo caso fortunato succede 'a chi si reca a Valle d'Andona, presso Asti. Poco l ungi da questa ridente borgata del fertile Mon– ferrato, in mezzo alla campagna sorge una cappelletta dedicata alla Consolata. Essa non ha certo bellezza di linee architettoniche nè attrattiva di artistici ornamenti : è quanto mai semplice e modesta; ma pure parla al cuore ed invita alla preghiera, perchè è un monumento. sorto a testimoniare una grazia grande, concessa dalla Vergine ad un esem– plare padre di famiglia. Il fatto avvenne nel 1854. Un certo Gio– vanni Battista Penna, proprietario, di Valle d' Andona, ottimo cristiano, attendeva a la- · vorare le sue terre ed educare la sua famiglia, godendosi nella pace che dà la buona coscienza e ' l'armonia domestica, i frutti della sua at– tività laboriosa. Quand'ecco, come troppo spesso avviene in questa valle di lagrime, una sventura viene a turbare il bel sereno della famiglia Penna. S'inferma un figliuolo di nome Francesco, giovane buono e robusto, che dava di sè le più belle speranze. Dapprima il male pare cosa da poco, che debba esser vinto dalla forza della gioventù ·~ e_di sde~plicidrimedi ; mda poti si osti~a; ~i nncru 1sce e opo aver ura o, con vane 1aS1 1 per ben quindici mesi lo riduce in fin di vita.

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