Missioni Consolata - Luglio 1901

Grazia recenti riferita alla sacrestia del Santuario Q.U!DBI VOTIVI PORTATI IN MAGGIO N. 64 . Ruata dei. Re (Saluzzo). - Una giovane ,contadina, MARIA BANO, di Ruata dei Re presso Saluzzo, veniva tre anni or sono, colta da grave malore alla gamba sinistra. I primi sintomi si manifestarono con do,lori vaghi per · tutta la gamba, che si facevano piu intensi nei giorni di .cattivo tempo. Ma un brutto mattino, la giovine si trovò inchiodata a letto da una voluminosa tumefazione al ginocchio. Fu subito chiamato il medico locale, e questi, compresa la gravi,tà del caso, chiamò a con– sulto altri colleghi <Ìèi paesi circonvicini. Essi furono d'accordo con lui nel giudicare il male assai grave e ner prescriverne la cura con bendaggi gessati, e ricostituenti per via in- - terna. Ma ogni rimedio riusciva vano; la po– vera Maria soffriva dolori atroci, ed il male anzichè ritirarsi dal ginocchio, le invase tutto · l'arto inferiore. Specialmente la notte, l'am– malata non aveva tregua. Essa dovette essere ricoverata all'Ospedale di Saluzzo; dove il dottore Peyretti, primario di detto Ospedale, nulla lasciò d'intentato per guarirla. Ma la scienza e la carità del bravo sanitario non poterono riuscire a vincere il inale. L'infelice giovane, perduta quasi ogni speranza di guarigione, volle tornare al suo paese (abitava allora in Staffarda) per morire almeno, come essa diceva, fra le braccia di sua madre, ed essere sepolta nel piccolo cimi– tero, dove già da parecchi anni dormiva il padre suo. . Nulla potè trattenerla• e fu ricondotta a casa. Il cambiar di sito non cambiò per-nulla l'andamento della malattia : .et:a sèmpre lo stesso martirio. Unico ~ollievo, unico spiraglio di luce aperto sul buio avvenire, era per la povera Maria la sua divozione alla Consolata. Quando l'assaliva lo scor~mento, ed il timore della morte 'riempivala di tristezza e d'ango– scia, s'attaccava, per così dire, con tutte le sue forze al filo di speranza che Maria Consola– trice le avrebbe fatta la grazia della guari– gione. Animata dall'idea di mettersi sotto la diretta protezione di Lei venendo a Torino, 'chiese ed ottenne un posto all'Ospedale Mau– riziano. Anche qui non le si nascose che il suo statn era quasi disperato; dal ginocchio il male si era estèso a tutta la gamba. Tuttavia fu ten– tata una cura estensiva coi pesi, intanto che i migliori ricostituenti venivano provati. In– vano : Maria Bano peggiorava di giorno in giorno: una piaga si era ora aperta sul gi– nocchio, donde usciva un pus d'insopporta– bile · fetore. Ma la protezione della Consolata, "in cui ella aveva tanto sperato, incominciava a pa- _lesarsi sulla povera tribolata. . In mezzo a strazianti torture, ella formava l'ammirazione di quanti l'avvici.navano per la calma serena che serbava costantemente, per l'abbandono suo in Dio e nelle mani della Madonna, donde frequenti espressioni di fede ardente ed una forza d'animo meravigliosa. Le ammalate vicine di letto, i dottori stessi provàvano un misterioso senso di rispetto per quella giovane semplice, cresciuta nella rozza vita dei campi, la quale sapeva anche nel martirio, sollevarsi al disopra della comune col mistico ardore e col linguaggio della fede. Quando la febbre, i bendaggi, le piaghe, le frequenti visite dei medici e le operazioni chirurgiche la opprimevano così da !asciarla senza forze; quando nel caso suo molte altrè ·persone avrebbero forse mormorato contro la Provvidenza, o almeno ·mandati strazianti lamenti, ella p~egava e baciava la medaglietta coll'effigie di Maria Consolatrice, che portava , al collo. ' Intanto i dottori, visto il caso umanamente disperato, si determinarono per l'amputazione della .·gamba. Allorchè partèciparop.o alla po-

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