Missioni Consolata - Luglio 1901

108 Jll e .ortsò{ata Non v'è più scamp~ =ale in~~ si è fatto come ·~onsolata gli ha det: lungo periodo di tempo h~ invaso tutte le al cuore. Il giovane Francesco, per un mi- fibre di quel povero corpo, tutto l'ha sfinito racolo, è stato strappato alla morte, che gia ed infetto. La tomba gia s'apre per il buon f stava per coglierlo inesorabile nel fiore della giovane: i parenti, gli amici gia lo piangono eta, quando più bella e più proficua è la vita. come morto. Il padre però non sa rassegnarsi . Or,mai è fuori di pericolo, e una felice con- a quella perdita crudele; ha tanto pregato valescenza, fra le assidue cure della famiglia, la Consolata, da lui conosciuta in Torino: •ben presto lo ritorna sano e lieto. possibile che Ella non voglia esaudirlo? Fedele alla sua promessa, il buon padre Nel frangente supremo gli balena un'idea. da mano alla costruzione della cappelletta: Forse la Vergine vuoi essere da-lui invocata la orna con un bel quadro della Consolata, proprio sul luogo dov'Ella si manifesta in che poi tiene in grande venerazione, recan- tutta la grandezza dell'infinita sua miseri- dosi spesso colla famiglia, ed in ispecie col cordia a pro di coloro che piangono, e nel graziato, a porgerle grato tributo di lodi e pianto si volgono al Cielo, sdegnando i futili di preghiere. . conforti della terra. Giovanni Battista Penna Anche al presente non v'ha buon abitante esita un istante: E se il figliuolo suo spi· di Valle d'Andona che passando sJ.avanti rasse mentre egli è lontano? Se egli, povero alla cappelletta non saluti la Consolata ; padre infelice, non avesse nemmeno la triste non v'ha affiitto o tribolato che non vi si consolazione di assisterlo nell'ultima agonia, rechi a pregarla nelle sue necessita e nei di chiudergli gli occhi? suoi affanni. In uno dei giorni delle Roga- Esita, perchè l'esitare è cosa umana, quando zioni, la popolazione di quella ·parrocchia si non vi è un sicuro indizio divino. Ma nel cuore reca processionalmente alla cappella, come e nella mente l'ispirazione gli parla più forte; ad una delle stazioni di devota supplica- la speranza lo anima al santo pellegrinaggio. zione, per ottenere sulle fertili campagne le Il Penna, baciato teneramente l'infermo fuori benedizioni celesti. di sè, parte; a piedi se ne viene a Torino, Ogni anno poi, il 20 giugno, dopo cantata: corre al Santuario della Consolata. Si prostra la messa nella c]fiesa parrocchialè, si va in davanti alla miracolosa Immagine, ed in fer- processione alla cappelletta, cantando le vorotla preghiera manifesta alla Vergine tutta Litanie Lauretane e recitando divotamente l'angoscia che l'opprime, tutta la speranza il S. Rosario; si torna quindi alla parrocchia che solo ha in Lei riposta. Colla più viva a chiudere la pia ed affettuosa funzione colla effusiÒne del cuore Le domanda la guarigione benedizione del SS. Sacramento. del figlio, promettendo che se ottiene un tanto La nostra santa religione cattolica è così beneficio, Le innalzerà. nel suo podere una fatta che volge a beneficio di tutti il bene- cappella a Lei dedicata. ficio di un singolo membro. La gratitudine Man mano che la preghiera s'allunga' e di un padre per il grandissimo favore rice· viene corroborata dalla promessa votiva, vuto dalla Consolata, ha procurato agli ahi- nella mente angustiata del tenero padre si tanti di Valle d'1\_ndona la santa ventura fa come una luce; un senso di sollievo gli di vedere impiantata in mezzo a loro la di- invade il cuore; gli pare che dal quadro vozione alla Vergine sotto il più dolce e più taumaturgo la Vergine SS. gli sorrida e gli consolante dei titoli, ed al pio viaggiatoré dica: Va, torna al tuo paese, tuo figlio è che percorre· il Monfflrrato ha segnata la via salvo, e . ciò ti sia segno che io ho gradito con una nuova stazione di fausto auspicio tra la tua'preghiera e la tua promessa. le inevitabili miser~e della vita. Giovanni Battista Penna, pieno di fede, si abbandona ad una santa speranza, s'af– iretta al suo paese, corre alla sua casa: tutto

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