Missioni Consolata - Giugno 1901

86 J1l eot')SO{ata Non era questa la fede stessa.del Centurione, che strappò !J:l Divin Maestro letaumaturghe parole: Va, che il tuo :figliuolo è guarito? Si era intanto arrivati al 19 giugno 1900. N~rgiorno, già .aveva destata una dolce com– mozione nell'ammalata il movimento insolito che regnava nella via sotto le sue :finestre, per il continuo passar di gente avviata al Santuario della Consolata. Giunge la sera : il movimento si accentua; cresce il calpestìo; . s'alza il mormorio caratteristico delle grandi folle. Tutti vanno ad ammirare nel suo centro la grandiosa illuminazione, con cui Torino vuoi dare ancora alla sua Patrona una prova d'affettuosa sudditanza prima che si chiuda il secolo XIX. Da quel pio trambusto si sprigiona un misterioso alito di gioia mistica e di celeste speranza, il cui :filtro sottile, come una santa insidia, giunge, lei quasi inconscia, al cuore dell'ammalata e tutto lo pervade. L'idea, da tempo accarezzata, di farsi portare al San– tuario per domandare più da vicino alla Ver– gine taumaturga la guarigione, si trasmuta ad un tratto in un desiderio violento, in un imperioso bisogno. - « Voglio andare alla Consolata ora, subito. Oggi è giorno di grazie. Riceverò divotamente i SS. Sacramenti e la Madonna mi guarirà ». Gli astanti si spaventano. Com'è possibile una simile cosa? La povera donna è piom– bata nel suo letto col corpo enormemente gonfio, coi visceri invasi dall'acqua, il respiro impedito, le forze assolutamente esauste: è una morente: tutti i dottori l'han detto. Si cerca di calmarla, di tlissuaderla dolcemente, sperando che quell'insensato progetto cada col passare del momento di esaltazione che l'ha prodotto. Ma no: l'ammalata vi si ostina, insiste, .piange, prega, comanda..... « Tu morrai per via » - dice il marito · desolatissimo. « No, non morrò, ma sarò guarita: lo sento..... ». E siccome quegli insiste, ella conchiude: « Ebbene, se ho da morire, voglio che ciò succeda ai piedi della Consolata, nel suo San– tuario ». Vista inutile ogni opposizione, e quasi cru– dele, si mette addosso all'ammalata qualche panno, come lo permettono le membra enfiate ed inerti ; la si avviluppa accuratamente in coperte e poi il marito ed un altro uomo ro– busto al pari di lui, che per caso era pre– sente; la '}lortano giù dalle scale, per le vie ancor popolate. L'accompagnano e la circon– dano parenti ed amiche; la sorella le sostiene il capo alitandole sul viso col ventaglio la fresca aria notturna. Era l'una e mezza di notte, ora in cui si aprirono le porte del San– tuario per la prima Messa. Sebbene i due portatori si adoperino con infinite precauzioni nella delicata bisogna, ogni lor passo cagiona alla paziente fitte acutissime in ogni parte del corpo. Le manca il respiro, si sente mo– rire..... Entrata nel Santuario - come ella poi raccontò - i . suoi occhi cadono subito sull'Immagine taumaturga, che, illuminàta da riflettori elettrici, sembra raggiare in un bianco nimbo di luce. Le sembra che di mezzo a quell'alba mistica la Vergine le sorrida ineffabilmente pietosa. Si fa portare nel retro-sacrestia, dove si confessa; quindi all'altare maggiore, dove riceve la santa ·Eucaristia. Dopo la comu– nione, posata su di un banco della chiesa superiore, sempre circondata e sostenuta dai suoi affettuosi infermieri, Matilde Casanova, cogli occhi :fissi alla sacra Effigie, con gran fervore prega: e piange, assorbendosi tutta nella domanda e nell'attesa del miracolo... Erano le due antimeridiane. Prega, piange ed aspetta a lungo. Ma - ahimè! - il miracolo non si produce. « Oh Madonna della Consolata, m'avevate posta in cuore tanta speranza, tanta certezza..... Guaritemi! guaritemi! Un velo d'infinita tri– stezza scende sull'animo della supplicante, e coll'accasciamento morale le torna più vivo il senso della posizione disagiata, dell'inani– zione cresciuta, della fatica immane, dei do– lori multiformi, lancinanti, dell'oppressione penosissima di respiro. Fa cenno ai . suoi uo– mini che la riprendano per riportarla a casa sul suo letto di dolori, ad aspettare che Dio la chiami. Oramai tutto era inutile..... !

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