Missioni Consolata - Giugno 1901

98 1a - 8o11sotata sione di Raichore, prendendone ufficiale pos– sesso. Possiamo esserne certi che presto le buone Suore dalle loro git'e a l'orino, come esse scherzosamente chiamano le frequenti visite al loro prediletto piloncino, riporte– ranno frutti sempre più importanti e copiosi di salute e di grazia per sè e per gli Indiani, in cui profitto esse generosamente spendono la vita. del ga11tuario · .~~~r QUADRI VOTIVI PORTATI IN APRILE N. 39 ~elazioni compendiate di grazie reoenbi DEllE QUAli FU CHIESTA LA PUBBliCAZIONE Torino. - RICARDI CATERINA era presa da nefrite ed anemia che il dottore giudicò gra– vissime ed impossibili a guarire, senza un regime speciale ed un assoluto riposo. Ma nè l'una nè l'altra cosa era possibile all'ammalata, dovendo essa lavorare per vivere. Ricorse, come a unico rimedio; alla bontà materna della Consolata. Davanti alla statua taumaturga pregò fervorosamente nel giorno della festa solenne, il 20 giugno · 1900. Una grande fiducia le confortò subito il cuore, e non fu vana illusione. Sentì tosto un notevole miglioramento che progredì poi sempre lento, ma continuo. Sparì la nefrite, ed ora la Ricardi si sente del tutto ristabilita. Torino. - DE FILIPPI GIUSEPPE, addetto alla segheria Diatto, stava coll'aiuto di com– pagni togliendo di mezzo ad altri un tronco d'albero, per adattarlo alla sega. Ad un tratto un tronco grossissimo e male assicurato, posto alquanto più in alto, scivolò e gli venne ad– dosso... Il povero De Filippi avrebbe dovuto rimanerne s,chiacciato sotto l'immane peso. Per buona sua ventura il fatto avveniva il giorno 19 giugno 1900, vigilia della Conso– lata, di cui tanto lui quanto la sorella sono divoti in modo particolare. A ciò unicamente il De Filippi 11ttribuisce la grande presenza di spirito e l'estrema prontezza con cui egli potè scansare il tronco cadente, non riportando altro danno che una lieve schiacciatura al dito. Torino. - !114 maggio 1900, l'operaio TEo– DORO GuASTA ritornò dal lavoro con una vio- lentissima febbre. Visitato dal dottore, questi dichiarò essere necessario l'immediato tra– sporto dell'ammalato all'ospedale. Colà i distinti sanitari riconobbero che il Guasta aveva una grave malattia della cavità cranica, e che per sanarlo richiedevasi 1.1n' operazione al cranio. Dolenti e spav!'\ntati, l'infermo ed i parenti di lui ricorsero con fiducia grande alla Con– solat.l, promettendole una candela nel giorno della sua festa. Far la promessa e risolversi da sè il male gravissimo, fu la stessa cosa. Prima che arrivasse il giorno fissato per la operazione, il Guasta, rivisitato accuratamente dai sanitari, udì la consolante notizia che egli poteva oramai fi:l.r senza la loro opera dolorosa, che anzi era pressochè guarito. Con somma gioia e riconoscenza sciolse il suo voto. Ivrea. - Ci scrivono: « Lo scorso anno mio marito, preso nella sua avanzata età di 63 anni da grave anemia cerebrale, era dai dottori stato dichiarato quasi perduto. Ma Maria SS., con fiducia somma invocata nell'affiizione, concesse il suo potente aiuto a me ed alla mia famiglia. Proprio il giorno della festa della Consolata mio marito si trovò guarito perfetta~ente. Prego perciò V. S. di pubblicare la insigne grazia da me ricevuta e appena mi sarà possibile, verrò in persona a ringraziare la Vergine Madre degli affi.itti, nel suo Santuario prediletto. « TmAssA VITTORIA FIORINA »· Torino. - Nel laboratorio della tintoria Giardino, posta in via Vanchiglia N. 17-19, stavano il sig. GIOVANNI, figlio del principale, e l'operaio BoGGIO GIUSEPPE, intenti a lavare due grandi tappeti in una caldaia che conte– neva tre brente di benzina. Fosse per la troppo alta t emperatura dell'ambiente, o per altra causa accidentale, il fatto è che d'improvviso il pericoloso liquido divampa con terribile, gigantesca fiammata, avvolgendo in essa i due giovani. Colti in modo sì inaspettato e ful– mineo, colle braccia impigliate nei drappi che stanno lavando, i poveretti han certo ripor– tate ustioni gravissime, forse mortali... Ma no: eccoli fuori di quel rogo, sani e salvi, affatto incolumi! - Come mai hanno potuto sfuggire all'orrendo pericolo? Essi non sanno dire il come, però sanno dire il .perchè di tanta for– tuna. La famiglia Giardino è divotissima della Consolata; il pericolante figliuolo ne aveva, come sempre, al collo l'abitino, ed era stato due giorni prima a pregarla nel suo Santuario. Offre un bel quadro votivo di cui diamo.lit riproduzione (Vedi incisione a pag. 91). Torino. - FRANCESCA EMANUEL RoSSI nel 1896 infermò di peritonite lenta, la quale la ridusse a sì triste stato, che diversi medici furono concordi nel dire che il male . più non aveva rimedio. La povera paziente non poteva stare in letto, nè aveva forze per rimanere in piedi. Era triste trovarsi cosi ridotta a soli 25 anni!.. Tuttavia riponendo nella Consolata la speranza· che più non aveva nella scienza,

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