Missioni Consolata - Giugno 1901
w eo.,so1ata 93 ~~~~--~~~~~·~~~~~~~~~~-a.~~~~~.o chiarendolo anche agli illusi quale esso era, cioè servoe mancipio del Direttoriodi Francia. Intanto- le potenze europee, sempre più impensiél-ite dall'attitudin~ della Francia, si ievavano contro di lei per frenarla. L'Austria mandò in Italia -un esercito che prese posi– zione sull'Adige e sulla Brenta, una più forte armata spedì Paolo I, imperatore di Russia, ordinando al capo supremo di essa, ~l celebre generale Souwaroff, di reintegrare i diritti della giuHtizia, rimettendoCarloEmanuele IV sul trono dei suoi maggiori. , popo parecchi fatti d'arme in cui i Fran– cesi ebbero la peggio, gli Austro-Russi in– grossati dalle truppe piemontesi, che si stac– cavano dall'esercito francese per unirsi agli alleati, ed incoraggiati dalle popolazio_ni che si sollevavano in loro favore, procedettero verso la capitale. I Francesi costretti a di– videre le loro forze, non avevano più in To– rino altro presidio da quello all'infuori che occupava la- Cittadella. Una guardia citta– dina, detta prima urbana e poi nazionale, _vegliava alla difesa delle persone e delle . -proprietà e custodiva le mura, da cui la <città era ancora fortificata. Gli Austriaci, occupato il Monte dei Cap– pucqini, incominciarono a mettere in azione _le batterie, a cui tosto risposero i Francesi dalla Cittadella. Le bombe incendiarono al: cune case vicino al Po, il che accrebbe il terrore dei Torinesi, già da tanto tempo an– gustiati e che posti così tra due fuochi, te– mettero fosse giunto per loro l'estremo ster– minio. In quel punto i militi urbani aprirono le porte della città. Vi entrarono le solda– tesche degli alleati, e con esse vagabondi e · malfattqri avidi di bottino e turbé fanatiche guidate da un certo Branda, il quale già da tempo, col pretesto di combattere i nemici ~ì· Dio e del Ré, metteva il disordine e lo spave1;1to nel Canavese. In quei primi momenti Torino si trovò in piena balia di soldaj;esche straniere, momen– taneamente indisciplinate ed inasprite da lunghi 'disagi, e di un' accozzagHa di furi– bònqi èbbri-.di sangue e di vino, che ne per– correvano ·le vie co.u grido di ·malaugurio: Il sacco! Vogliamo il· sacco! - I cittadini dell'uno e dell'altro partito, egualmente spa– ventati .e malsicuri, si asserragliavano nelle loro case e nascondevano il danaro e le cose preziose. Nel frangente, anché i meno divoti si raccomandavano alla Consolata. 11 San– tuario rimaneva chiuso per tema di sacri– leghe manomissioni, ma i pii monaci che le> custodivano pregavano - incessantemente ai piedi della taumaturga Immagine per la sal· vezza dell'infelice e nobile città. Dopo alcuni giorni entrò in Torino il ge– nerale Souwaroff, facendo completamente ~ cessare i tumu~ti delle truppe e riducendo - al dovere i facinorosi. Dispose poi per il re– golare assedio della Cittadella, d'onde i Fran– cesi continuavano a tener testa agli Austro– Russi. Le trincee cominciate il 26 maggic> 1799, furono ;terminate soltanto il 12 giu– gno, perchè gli assediati non cessavano di bersagliare i lavoranti .colle artiglierie di cui erano ben forniti. La povera Torino in– tanto, colla guerra in seno, stremata già dalle– precedenti jatture; era ora tormentata anche– dalla scarsezza dei viveri e da mille nuove incertezze e paure. Però l'avvicinarsi della festa della Con– solata metteva nelle anime pie un ;raggic> di speranza. Come nel 1706, si pregava nei conventi e nei monasteri ; si pregava nel– l'intimità delle famiglie timorate di Dio, nei ritiri, negli ospedali. Nel silenzio del San– tuario chiuso_al pubblico, giorno e nottet colle tenui fiammel~e delle lampade sacret vegliavano cuori, che una profonda religio– sità non lasciava quietare sulle sventure della patria. Qui era la fortezza mistica che– dovev1J. espugnare la fortezza materiale, sor– gente presso un altro lato delle mura cit- tadine. • La notte tra il 18 ed il 19 Giugno gli assedianti cominciarono a mitragliare la Cit– tadella con cento bocche da fuoco..Il giorno. 20 Giugno i Francesi dovettero capitolare ed evacuare la piazza, dandosi prigionieri di guerra con armi e bagagli. La coincidenza. della vittoria, riportata in ome dell'ordine– e della giustizia, colla festa della Consolatat . l
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