Missioni Consolata - Giugno 1901

,} 90 1ll 8o11sotata donna continuò a pregare, senza tralasciar .le solite funzioni che da oltre 20 mesi pra– ticava inutilmente sul tumore; ed il piccino, vedendola ben sovente in lacrime per cagion sua, andava· ripetendole fra le carezze, con un tono di convinzione dei piu commoventi: « Piura pi nen, mama, pinra pi nen : la Madona am la fa la grassia ! » La mattina del sabato successivo 23 giugno, affidato come al solito il bimbo alla cu– stodia di una caritatevole e fida vicina, la Ferrero si porta fin dall'alba al luogo del suo lavoro per ~on rincasare che a mezzodì. Alle dieci rientra invece il padre di Giusup– pino e, ancor giu per le scala, si sente echeg– giare sino in fondo all'anima un grido giulivo: « Papà, papà, la Ounsulà a la fame la gr~ssia l » Ed ecco il bimbo corrergli in– contro sollevando e dimenando il braccino da tanto tempo irrigidito: e dietro a lui la vicina, ancor fuori di sè dalla sorpresa e dall'ammirazione dell'accaduto; la buona vi– cina che, commossa fino alle lagrime, non sa trovar parole per spiegare .al padre felice come un'ora prima, improvvisamente, scioltosi del tutto il grosso tumore, Giuseppino si sia sentito libero d'ogni male, abbia subito potuto muovere il braccio, e come a quella vista entrambi non abbiano avuto che un grido : «È la Madonna, è la Consolata che ha fatto la grazia ! » Ohi dirà. la gioia del povero Fer– rero nell'udire, stringendosi fra le braccia la sua creaturina risanata, un tal racconto? Ohi dirà quella della pia Teresa, sopraggiunta poco dopo, nel vedersi ancor ella correre in– contro il bambino, raggiante del piacere di poter girare in tutti i sensi dinanzi agli occhi stupefatti della sua buona mamma il po– vero braccio, causa già a lei di tanti affanni? Dato sfogo al primo vivissimo impeto del– l'emozione, gli ottimi genitori ~çn si saziano di rimirare il loro Giuseppino che· saltella vispo dinanzi a loro, padrone ormai di tutto il suo corpicciuolo e facendone uso come se neanche si ricordasse di ·tanto male sofferto; e per poco non osano credete alla loro fe-~ licità ..... Ma la felicità che, per la. potente, pietosa intercessione di Maria, coronò la ·preghiera perseverante fu ancor accresciuta per un'altra grazia: anche le magliette rimaste sulle pu– pille in seguito all'eruzione della crosta lattea svanirono, con sorpresa ed ammirazione pro– fonda di quanti lo conobbero per l'innanzi, non esclusi gli stessi dottori che, àppoggiati alle norme piu sicure della scienza, avevano ritenuto il suo caso disperato. Dalla finestra dell'abitazione dei Ferrero presso la barriera Milano si scorge il culmine estremo della gran c.upola del nostro Santuario, e Giuseppino, additandolo, come fa sempre volentieri, ai frequentatori di casa sua, non si stanca di ripetere coll'accento della gratitudine e col giubilo della fede trionfante: « A l'è là, 'guar– da, la Madona ca l'ha fame la gmssia! ». Un regalo dei più graditi alla Consolata che si può fa'l'le nella sua festa .del 20 giugno, saubbe quello di condu'l"l'e a Lei un nuovo divoto mediante la let- , tu'l'a di questo pe'l'iodico. Ogni letto'l'e delle grazie aella Oonsolata ne Testa santamente impTessionato, · e sentesi animato a 'l'iCO'l'e'l''l'e a Lei nelle sue necessità. EsO'l'tiamo ogni associato a fa'l' conosceTe il pe'l'iodico almeno ad una pe'!'sona, du'!'ante la novena della Oonsolata; meglio ancm·ct se il giorno della festa p•·ocu'l'e'l'à un nuovo abbonamento. Ogni nuovo. abbonato è un'anima g~tadagnata alla divo– zione della Oonsolata, la quale ce ne 1'ipaghe1·à con qualche g1'azia. Liberazione di Torino dai Franoesi COLLA ESPUGNAZIONE ~,DELLA CITTADELLA (20 Giugno 1799) ~----------*:------------ Piu volte già ebbimo a notare come la storia di Torino s'intrecci, fino dai tempi più remoti, colla storia del Santuario della Con– solata, e come in tutte le distrette della no– bile città i nostri antenati fossero usi ad ì~vocare, quale presidio e difesa validissima, la Vergine Consolatrice, che sempre rispose alla loro fiducia con stupendi favori. La fausta ric~rrenza del 20 gÌl,1gno c'in– vita a ricordare uno appunto di questi favori il quale, meno noto ad alcuni, fu da altri troppo dimenticato, forse perchè lo offuscava il ricordo vivissimo di' un più splendido fatto dello stesso genere : la liberaziÒne di Torino dall'assedio dei Francesi nel 1706. Ebbene

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