Missioni Consolata - Aprile 1901

62 eo.,so(ata 1a - QQ-~--~~--~··~~NH=--~ pus abbondante; la .cancrena pareva inevita– •bile. Il Ghera nel 'natio paesello aveva letto · più volte il periodico La Consolata. Ora, anche fuori di patria, ricorda il caro Santuario del Piemonte, dove la Vergine dispensa ·tanti e - tanti favqri. Dal letto dove si trovava confi– nato, incominciò una novena alla Consolata, promettendole di recarsi a ringraziarla al San– tuario di Torino, se ancora gli era dato di rivedere la patria. Pienamente esaudito, due mesi dopo il Ghera potè riprendere il 'lavoro, e venire più tardi a sciogliere il voto. Torino. - MARIA CoNSOLATA GERAN;ZANI, creaturina di soli quattro mesi, è presa da grave polmonite. L'età comporta pochi rimedi, e di questi neppur uno si può far trangugiare ~~~ .. alla cara innocente, incons"ia dell'urgente suo pericolo. Come guarirla, dunque? La mamma prega, piangendo, la Celeste Consolatrice, in Lei sola spera. E tanto più spera perchè aveva l dato la Consolata quale speciale patrona alla pargoletta .sul fonte battesimale. Maria San– tissima guarda benignamt'nte la sua protetta ·ed in pochi giorni la rende salva alla mamma, che fa celebrare una messa in ringraziamento. ~ Vilatti. - « Mio padre fu ripetutamente ' colpito da paralisi alla lingua, sintomo che mi ~ inquietò fortemente per la sua salute. Mi rac– comandai di cuore alla Madre della Consola– zione, che è anche la salute degli infermi. Ella mi esaudi. Mio padre si è perfettamente ri– me~so senza medicine. In riconoscenza di tanto favore offro L. 2 ·per il Santuario. << CORNO TERESA di PIETRO ». Spezia. - GIUSEPPINA ZANOBINI, a nome di tutta la sua famh;lia, ringrazia pubblicamente la Consolata per la subita guarigione ottenuta di sua figlia, che era stata colta da grave feb· bre dichiarata infettiva. Manda quJJ.le attestato una pronta operazione, sull'esito dPlla qu·ale però dissero di non potersi pronunciare. L'in– ferma rifiutò di sottoporvisi; ed io mi rivolsi alla Consolata, da cui già avevo ricevuto gra– zie insignì, sperando fermamente anche questa della guarigione della mamma In pochi giorni il per.colo scomparve, ed anche oggi ella è in piedi, esce, e sebbene -in età avanzata può at– tendere alle facende di casa. « GIACINTA LOMBARDO, Maestra ». · Torino.- DASSO VITTORIA da parecchi anni aveva nella bocca un male ostinato ad ogni cura. In settembre u. s. il male accennava a dilatarsi, perciò la sofferente, in preda a viva apprensione, si raccomandò a S. Antonio, af– finrhè volesse intercedere per lei presso la Consolata. In poco tempo si trovò perfetta– mente libera dal suo malanno, perciò, ron a– nimo riconoscente, offre l'elemosina per una messa. Torino. --' OLIVA DALMAZZO e TERESA, fra– tello e sorella, colpiti da ileotifo, l'uno ai 3 e \'altra ai' 15 dello scorso agosto 1900, per la gravità del male furono entrambi dichiarati in pericolo di vita, Un'altra sorella, Anna, che li assisteva,fece voto di portare un quadro alla · Consolata se ne otteneva la guarigione. I ma– lati guarirono infatti, ed ella adempie la fatta promessa, riconoscentissima a tanta grazia. Torino, - « Angustiata al sommo, per una grave rnala,ttia che tormentava l'amato mio padre, m~ rivolsi con fede vivis><ima alla San– tissima Vergine Consolatrice. In quel giorno stesso mio padre prese miglioramento, ed in breve tempo lo vidi ristabilito. « 0TTAVIA ScoFONE ». di profonda riconoscenza alla Verg·ine SS. un quadro .con un cuore d'argento. Borgaro. - STORERO 0RSOLINA, venticin– quenne, da circa otto anni soffriva dolori alle reni, ma, come .succede nell' ine><perta giovi– nezza, credendo sempre che fosse cosa senza conseguenza non ne parlò mai, neanche alla madre sua. Non potendo infine più re~istere al male, fattosi grave ed insistente, fu co– stretta, non solo a palesarlo alla mamma, ma ad assoggettarsi ad una visita del medico, il quale constatò trattarsi di un rene andato fuori posto e dichiarò necessaria un'operazione chirurgica. La giovane, costernata a tale an– nunzio, ricorse alla Consolata con una fervo– rosissima preghiera, rhiedendole con tutta fede Cerisay (Sarthe). - « Monsieur le Recteur, Je vous envoie dans cette lettre un billet de 100 francs pour ma bonne Consolata, qui vient encore de sauver notre cher petit René du l choléra des-enf,nts (maladie bien grave). Voilà . , quelques mois de cela, et notre cher petit en– fant va très-bien et grandit à vue d' reils (il a 2 ans). Jl fait tous les jours sa prière à f Consolata (il l'appella sa Lata) ... di essere sottratta ai ferri paventati. La sua preghiera fu accolta, il male scomparve bel bello, senza bisogno di operazione. La graziata, riconoscentissima, offre L. l del suo modesto borsellino. · Villanovetta (Cuneo). - « Lo scorso inverno la mia vecchia mamma, convalescente appena da lunga bron0hite, ricadde gravemente am– malata. Due medici dichiararono necessaria « Comte d13 BEAUREPOS ». Torino. - FoLLO MARIA, bimba di 14 mesi, ftl presa da fortissima infiammazioneintestinale. che la ridusse in fin di vita. Il medico aveva pronosticata prossima la catastrofe; ma la mamma, fiduciosa nella Consolata, ne sperava inve~e la: guarigione della sua bimba, aven– dogliela votata. Nè fu delusa: la piccola Maria riacqui!ltò la salute; e la mamma stia felice adempì al voto offrendo un cuore al Santuario.. ' Torino. - « La sera dei 13 novembre 1900, mia moglie ebbe un accesso, che direi mortale, di mal di cuore; gia~chè il dottore mi disse che nPssun rimedio oramai poteva giovare alla salvezza della mia consorte, e che ella da un momento all'altro poteva lasciar questo mondo. Io pensai allora alla Consolata e promisi. di offrire al suò altare un pizzo antico, che t enevo prezioso. Detto fatto : l'ammalata, alle 9 della

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