Missioni Consolata - Aprile 1901

56 D o:are dell'omicidi:==anora avev~*~'" Le Me:-gli;della Go.nsolafia taciuto per paura di guai ; e munito di nuovi argomenti tornò risoluto all'assalto. Ma per oo:n. 1::1."0 1' a.i:ta. epizootica viemmeglio assicurarsi la protezione della t Vergine, venuto a Torino, volle anzitutto ce· ~:~:::~~~:!:::~a :~~~~~::t!~~e: ~ 0 r~::::: · della difficile impresa. Presentatosi poscia al prelodato Procuratore generale, questi lo ascoltò pazientemente, ed esaminate le prove add,ottegli con quella imparzialità che lo distingue e colla dilige~za che richiedeva la serietà del caso, si convinse anch'egli che il Giovannini non era colpevole. Avrebbe percièY desiderato che una nuova sentènza lo dichia– rasse innocente, ma non era possibile la revi– sione del processo, perchè non si verific~va alcuno dei casi ne' quali la legge lo permette. Non dmaneva pertanto altra via che la: grazia f?ovrana, ed il Oqmmendatore Torti nòn frappose tempo in mezzo. Ricorse al Mi– nistro di grazia e giustizia, ricorse al Sovrano e tanto si adoperò chenei primi di giugno 1899 venne firmato il decreto che dichiarava il Gio, vannini libero da ogni pena. L a voce della grazia concessa ben tosto si diffuse per tutto il paese, ~on giubilo univer– sale, e quando il povero carcerato .d'Augusta giunse in patria, corsero tutti .àd aspettarlG e degnamente riceverlo. Appena si vide la vettura che lo conduceva; le campane squil– larono a festa, le so.cietà colle loro bandiere gli mossero incontro, la banda suonava, ed al suo ' discendere di vettura scoppiò spon– tanea una salve di battimani ed un grido universale di evviva.• Il prevosto lo accolse tra le sue braccia, e tenendolo per mano attra– verso alla folla plaudente e piena d'entu– sia,smo, lo condusse i~ Ohièsa a ringraziare 1a Consolata.nella quale il povero condannato aveva sempre sperato iri mezzo alle sue pene, e che gli aveva finalmente accordata la grazia per f'!t:li lunghi anni implorata. · · Qualche mese appresso · il bravo parroco riceveva il decreto che lo fregiava della croce d.e' Ss. Maurizio e Lazzaro. O. G. O. ======~~==~== Nella Chiesa parrocchiale di 11:fonticello d'Alba, per iniziativa delle ottime Suore– maestre del Gottolengo, venne esposta una immagine di Maria Consolatrice. . Già questo periodico ebbe a parlarne, e già accennò alle grazie che la Oonsòlata !ar– giva anche colà ai suoi devoti. Le grazie da quel tempo si susseguirono, anzi si moltiplicarono, e la divozione per la Consolata si va facendo più e più viva e profonda tra quella popolazione. Qual mera.: viglia dunque se que' fedeli figli di Maria, . .nei loro dolori e nei loro pericoli si rivolgano alla Madre ? · Uno di questi pericoli, grave, spaventoso, , l . minaccìò di recente quei contadini; l'afta epizootica, che è quanto dire la morte del bestiame, e perciò per molti la miseria com– pleta, per altri una perdita gravissima. Già arrivavano notizie desolanti d_alle borgate circonvicine e specialmente da quella di San– t' Antonio, frazione di Monticello, ove· in pochi giorni si. constatarono .undici casi di afta epizootica: Era dunque una minaccia che stringeva da vicino. Che fare in · tanta dolorosa ansia? Una cosa molto semplice: visto che le cure preservative adoperate dai loro vicini non erano bastate ~ difenderli, ricorrere a Maria, ed Ella, che tante prove aveva dato di proteggere i suoi figli, non li . avrebbe certo abbandonati ora che la scia– gura picchiava alla loro porta. Essi.già s'e-· rano provveduti delle funicelle benedette di S. Domenico, ed ora, a suggerimento di quelle buone ,Suore, vi unirono la medaglia bene– detta di Maria Consolatrice. Furono così distribuite in pochi giorni più di 200· me– daglie, .andando tutti a gara, quei devoti contadini; per averne almeno il~a in ogni stalla. E la Madonna mostrò di gradire quel– l'atto, poichè in Borgo di Monticello dove furono usate· le medaglie, .non . si verificò neppure un caso del'male tanto temuto. Solo ad una donna, certa Mollo Marcellina am-

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