Missioni Consolata - Marzo 1901
±2 J1l 8of1so1ata tima parola che. un carretto da lattivendolo avaitzandosi di corsa, gli fu addos~o, lo ro– vesciò, gli passò sopra. - Fu un attimo. E ii padre esterrefatto si strinse al cuore un piccolo cadavere. Era morto così; in quella matt~na, ultima di Pasquà, mentre andava alla; chiesa dove avrebbe dovuto trovare suo padre, rigenerato dall'ùnione col suo Dio. Ora il padre, impazzito dal dolore, gira 'per le vie della sua città, accompagnato dalla sposa infelice e da quanti incontra pargli udirsi il rimprovero: Sei tu che hai ucciso ' tuo figlio! del ga11tuario - ~~~· . . Grazia recenti riferita alla sacrastia del Santuari9 QUADRI VOTIVI PORTATI IN GENNAIO N. 38 Lago (Treviso). - Il 23 novembre 1900 l' undicenne fancìulla GIUSEPPINA GERARDINI metteva in seria apprensione la SU!!, famiglia. Da/ circa dieci giorni ella aveva mal di gola; ma la mamma,.pur · curandola sollecita, non aveva dato grande importanza a quel male, così comune nei dgazzi, e direi quasi inevi– tabile per le alternative di freddo e di caido, che essi si procurano col naturale 'loro bisogno di moto e di irrequietezza. labbra del sanitario; non sa staccare gli occhi più dal viso della figliuola. ~ Presto, presto le iniezioni antidifteriche... Si fanno e .si ri– petono, ma l'esito è nullo: il. male guadagna terreno: - Oh, se si fosse scoperto prima, se prima si fosse apprestato il Timedio! - Nessuno ha colpa del ritardo, perchè non si aveva sospetto del male insidioso, ·ma intanto che rimpianto cocente! Ed inutile per giunta. La difterite, ben radicata, fa il suo corso micidiale. Il ·dottore dice: - La fanciulla morrà se non si tenta l'operazione. -;- E non morrà operandola? - domandano i genitori coster– nati. ·-- Lo spero, risp'onde léalmente il me– dico, ma, date le circostanze speciali e la intensità dell'infezione, ·non escludo il pericolo per la malatina di soccombere sotto i ferri chirurgici. Ad ogni modo, si potrebbe sentire il parere d'un altro... Si chiama a consulto un altro valente dot– tore ; esso è perfettamente del parere del .primo. Qual& crudele alternativa per i po– veri pàrenti! Dovranno lasciar tentare l'ope– razione col timore di un esito letale? Op– pure la!'fciar morire la figliuola, senza provare , l'unico, sebbene pericoloso rimedio? -:- Solo Jiamor materno, colla sua logica imperiosa, se non stringente, . poteva troncare il terri– bile dilemma. - No, la Giuseppina .nori sarà operata: la mamma non vuole; troverà lei ùna terza soluzione al caso disper~to e .di– sperante. Quel giorno però il mal di gola della Giu– seppina aveva assunto sintomi minacciosi: difficoltà di respiro, rantolamenti, e causava alla 'malatina ima forte febbre. - Oh Ma– donna Santa, aiutatemi!- andava pregando in cuor suo la mamma spaventata, intanto che aspettava il medico, mandato a chiamare in ' fretta. ·n dottore viene, esamina, si fa scuro in 'viso ,e si pronuncia: È la difterite! ' Un vicino è abbonato àl ·periodico La GO?lSolata e lo impresta talora alla signora Gerar:d'ini. Quante mamme ottengono dalla Vergine SS.la guarigione delle loro creature! E se tante e tante, perchè non lei? - Piena l di fede vivissima, la desolata madre· racco– manda alla Consolata la sua Giuseppina: - • Guaritemela Voi, Vergine benedetta! -E 1!1 Consolata non tarda a rispondere alla fede di quella -povera mamma, come già Gesù alla fede del Centurione: - Va, la tua figliuola è salva! . . Quante mamme non ha fatto rabbrividire il terribile nome del brutto male! Quella di G'iuseppiri.a, tremante, perduta, pendè dalle Poco tém·po dopo · la preghiera, Giuseppina si sente libera dal soffÒèamentç>, r~spira ..... ùh inesprimibile gioid! La mamma spia con
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