Missioni Consolata - Gennaio 1901

14 ~Of}SO{ata 1a - oo~----~~~~~~=~~~~~~~~~~~~~----~cc Torino. Il bimbo MARIO LUBRANO stava seduto sulla porta di un negozio posto presso il N. 40 di via S Secqndo, aspettando la sua mamma entrata a far compere. S'avanza un carrozzone elettrico della linea Ospedale Mau– riziano- Piazza Emanuele Filiberto. Il bimbo coll'inesperienza de' suoi tre anni, corre in– contro al •veicolo, battendo giulivamente le manine, e con si rapida mossa da non poter essere trattenuto da due fanciulline che sta– vano con lui. La seconda ruota del carrozzone gli passò sul piedino destro, sfracellandone orribilmente tre dita. La mamma esterrefatta, fuori di sè per l'improvvisa sciagura, porta il bimbo all'Ospedale Mauriziano, dov'è medi– cato d'urgenza; le si consiglia poi di portarlo all'Ospedaletto Infantile. Il male è gravissimo, c'è pericolo di dover amputare il povero pie– dino... Ma la mamma nelle sue ansie si va dicendo: , La Consolata, di cui il mio Mario portava la medaglia, me lo salvò dal morire ~ schiacciato, me lo salverà anche dal rimanere · monco o zoppo. E così fu. Votato alla Vergine, dopo tre mesi e mezzo di patimenti per lui e ai ansia dolorosa per i genitori, il piccino guarì cosi perfettamente, che è vispo come ,prima e nessuno s·'accor~e che gli manchino quasi in– teramente tre dita al piedino disgraziato. Valsauglio. - A CoTTI ANTONIO per una spina conficcatasegli e per la conseguente in– fezione, .s'ammalò una mano in guisa che se ne dovette amputare un dito. anzi i dottori del S. Giovanni avevano già dichiarato che si doveva amputare la mano stessa. Una pia per– !lOna votò il poveretto alla Consolata; dopo di che egli migliorò al punto che ora, a giudizio dei sanitari, pare scongiurato il pericolo di perdere la mano. · Castellinaldo. - OLMO MARIA da parecchi mesi si trovava oppressa da infiammazione di fegato e debolezza di stomaco, cosi da essere in– cai!ace di qualunque anche leggero lavoro. Non trovanrlo nell'arte medica sollievo al suo male, si volse con fiduc ia alla Consolata, e non tardò a sentire gli effetti della di Lei bontà, con un miglioramento e poi colla gua– rigione. Fa l'offerta di L. o per i lavori del Santuario. Torino. - CAVALOTTO GIUSEPPINA, la mat– tina del 20 novembre 1896, tornata da messa, nel far colazione si senti un nodo alla gola; la prese contemporaneamente un forte male di capo. Era la dz{te1·ite: eosi dichiarò il dottore, chiamato con sollecitudine dai parenti inquieti. Si tentano diversi rimedi, anche chirurgici, ma il male non cede, già par d'intravvedere al capezzale della cara fanciulla l'ombra della morte... La mamma, disperata, si getta .in ginocchio davanti ad un antico q~adro rap– presentante la Consolata, che da tempo si ve– nera nella famiglia: più ehe colla voce, sup– plica col pianto.. Ritorna quindi ansiosa presso la figliuola. Questa apre gli occhi, sorride alla mamma ed esclama: « Son guarita!». Stava meglio, infatti, ed in breve ora seompar>e il pericolo, con meraviglia del dottore stesso che disse poi alla Giuseppina: « La Madonna t'ha guarita, non io! ». La malattia però si volse in paralisi delle corde vocali, che rese quasi del tutto afona la fanciulla per ben tre mesi. Ma Colei che aveva fatto il più, non doveva fare il meno? Dopo una nuova fervente invo– cazione, anche la voce tornò limpida e chiara come prima. La guarita e la mamma di lei, vennero a portare al Santuario un quadro votivo ed una messa. Porto S. GiorgiÒ (Marche). - « Il 18 dello scorso settembre trovammo giacente in un fosso, nei pressi del nostro villino, un giòvi– notto affranto di fatica e di fame, febbricitante. Boemo di nascita, veniva da Brindisi a piedi; camminava da quindici giorni, esposto a ogni specie di disagi, non potendo farsi intendere, perchè ignarò affatto dell'italiano. Per sop– prapiù la zanzara malarica gli aveva inoculate le febbri, che degenerarono tosto in perniciose. Ritirato all'ospedale di Porto S. Giorgio ebbe dai volenterosi dottori ognt cura, ma il male anzichè cessare andò aggravandosi a tal punto che si disperava ornai di salvarlo. Ci rivol– gemmo, pieni di fede alla Consolata, ed Ella ci esaudì: cominciate appena le preghiere, il giovane migliorò alquanto ed in breve tempo .guarì perf.,ttamente. In ,riconoscenza alla grande R egina dei Cieli, esponemmo l'imma- gine della Consolata nella nostra Chiesa detta di S. Ma1·iammare, in elegante cornice, inta– gliata dal nostro protetto, da L ei risanato, e · vi appenderemo un cuore d'argento in rendi– mento di grazie perenni. Contessa SEVERINA CORDELLO-VANDONE »- Torino. - BuLLIO CARLO percorreva in bi– cicletta piazza Solferino a grande velocità, quando improvvisamente, essendosi al veicolo spezzato lo sterzo che unisce le due ruote, il giovine fu lanciato a terra vicinissimo ad un binario, proprio nell'istante che vi giungeva un carrozzone del tram. I presenti al fatto si aspettavano di dover soccorrere il disgraziato .ciclista, certamente malconcio, ferito ... Lo vi– dero invece ritto, incolume, senza altro danno che la macchina da far riparare. Egli, attri– buendo non alla propria abilità, ma ad una grazia della Consolata l'aver sfuggito l'urgente pericolo porta al Santuario l'offerta per una messa, da celebrarsi in ringraziamento. Madonna del Pilone.- BERRINO VmGINIA, nello scorso luglio, ebbe il suo bambino, di sedici mesi, preso da infiammazione i~testinale così ostinata, che tutti i rimedi ordinati dal dottore curante a nulla giovavano. La mamma allora, fortemente impensierita ed inquieta, trovò un solo conforto: votare il suo povero piccino alla Consolata. Un miglioramento ve– rificatosi in lui riaprì il cuore dei genitori alla speranza; poi la speranza si volse in gioia per la guarigione completa del caro an– gioletto. Un quadro votivo fu l'espressio~e. viva 'della loro riconoscenza, ~Ila Vergine. · _.,

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