Missioni Consolata - Gennaio 1901

.. ' .. . ' lO Q, §* R'~'""'"'"' c'~-M ? 6 f~ 0 · . • si sentiva struggere dal desiderio di strap- de( Safl_tuarto · .·~~~ · : Due consulti già si erano fatti intorno alletticiuolo di dolore, ma - purtroppo! - nessuno dei consulenti aveva dato speranze; anzi, quando sopravvenne l'ultima polmonite, i medici dichiararono che ormai la piccina estenuata, infetta nel sangue, era tttbercolo– tica e quindi irremissibilmente perduta. . Grazi• riferita alla Sacrestia nel p. p. Novembre • QUADRI VOTIVI PORTATI IN NOVEMBRE N. 37 Benna. (Biella) - CARMEN SAVOIA, fan– ciulletta di 6 anni, fu colta in Biella da scarlattina e diftr:rite. Il dottore, come in si– mili casi si pratica; subito ordinò di isolare la ma.latina, e la mamma la portò in cam– pagna a Benna, sperando che l'aria aperta e salubre, unitamente alle cure più scrupo– lose, avrebbero in breve resa la· salute alla piccina. Vanà speranza! La. prima malattia non fu . che il principio di una sequela infausta di mali, l'uno peggiore e più o:;.tinato dell'altro. Dopo la fìCarlattina e la difterite, la pic~ola Carmen ebbe la polmonite, poi la tosse asi– nina, afte, pleu1·ite, e daccapo la polmonite. C'era da atterrare un gigante, nonchè una delicata creaturina in età infantile, le C't\i fo ze sarebbero state tutte richieste dalla crescenza dell'organismo. La poveiina fu ridotta uno scheletro. Da - tre lunghi mesi ch'ella languiva in letto, la mamma sua non aveva avuta più un'ora di bene. Quando una malattia pareva- cedere – infine alle cure amorose, incessanti, e rina– sceva un po' di speranza, ecco sopravvenire una malattia nuova, una nuova complicazione, rinnovando più crudelmente le ansie ed i timori. L'amore materno, il più grande e tenero di tutti gli affetti, per disposizione della Divina Provvidenza, cresce in ragione delle sofferenze dei figliuoli, che ne sono l'oggetto, e dei s~crifizi che essi costano. Quanto 'Più · · la. piccola Carmen soffriva e peggiorava, tanto maggiormente la mamma la prediligeva e La povera mamma doveva correre fino al– l'ultima tappa la sua via dolorosa; vedere la cara figliuoletta consumarsi poco a poco, come ghiaccio al sole, assistere alla lenta agonia di quell'essere diletto, destinato ad inaridire co_me il fiorellino del prato, a cui manca il succo vitale e l'~cqua ristoratrice... No, no: impo§!sibile reggere a tanto strazio! Oh, se la scienza umana era incapace a ri– san'arle la sua angioletta, non •c'era in Cielo Chi lo poteva con uno sguardo benignb, con . una pietosa parola al trono di Dio? · S'incominciò in famiglia una fervorosa no– vena .alla Consolata, si promise di farne di– pingere l'immagine beneqetta sulla casa cosi 'visitata dal dolore, quanci;o il dolore si fosse · :volto in allegrezza, per l'ottenuta guarigione. Il voto fece rinascere una santa speranza... Ma - ahimè! - Carm~~ peggiora... È i~ fin di vita... La Madonna SS. non vuol dunque guarirla.?..... Tuttavia la. 1 novena continua; con fede, con ardore crescente salgono al trono di Maria SS. le supplicazioni ·e Ìe lagrime. La novena è finita..... Ma il giorno istesso della chiusura, alla malatina cessa la febbre. · . Che gioia!•. Ma.che ansia! Non ritornerà, non. si vendicherà della tregua, ardendo con mag-– gior forza in quel corpicino, ridotto in ist~to · miserando? - No, no: non è ri~rnata ... n– tempo passa: non è ritornata l'indomani, nè il giorno dopo, n è l'altro ancora: non ri– tornerà più ! Cessata la febbre, la povera Carmen ri– piglia un po' di lena; · le piccole membra, quasi trasparenti, si vanno poco a poco a:l- 1 quanto riempiendo sotto la pelle, che si rifà fresca e veluttata. Sparita la brutta infezione che inquina;va il sangue,'la vitalità infantile,

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